Accanto a maschere, creme con ingredienti specifici e altri prodotti per la cura della pelle, anche la tecnica dell’esfoliazione può aiutare a donare alla cute un’apparenza più giovane e sana, a renderla più luminosa e uniforme e a proteggere la sua salute combattendo problemi molto diffusi, come l’acne. Scopriamo di cosa si tratta e in cosa consiste.

Cos’è e come funziona l’esfoliazione

L’esfoliazione è il processo di rimozione delle cellule morte dagli strati più superficiali della pelle. Può essere praticata sulla pelle di viso e corpo (inclusi contorno occhi, mani e piedi) e permette di migliorare l’aspetto dell’epidermide. Infatti, esfoliando si elimina quello strato di pelle che può conferire all’incarnato un colorito spento e contribuire alla comparsa di antiestetiche macchie.
Non solo, l’esfoliazione può essere utile anche perché le cellule morte possono ostruire i pori, con tutte le conseguenze che questo fenomeno può avere per la bellezza e il benessere della pelle.

Esfoliazione: i vari metodi

I metodi di esfoliazione possono essere raggruppati in due categorie: l’esfoliazione meccanica (o fisica) e l’esfoliazione chimica.
La prima si basa sull’uso di strumenti specifici o di prodotti che contengono al loro interno dei granuli dall’azione, appunto, esfoliante. Microdermoabrasione, microneedling e dermablading sono tutti esempi di questo tipo di esfoliazione, che può essere piuttosto aggressiva.
In sostanza, con l’esfoliazione meccanica gli strati più esterni della pelle vengono rimossi manualmente, portando in superficie quelli sottostanti, più lisci e uniformi.
Oltre alle tecniche citate, i metodi di esfoliazione fisica includono spugne in fibre vegetali, scrub detergenti o a base di sale, il gommage e l’uso di apparecchi a ultrasuoni, roller microesfolianti e spazzole meccaniche.
Anche i trattamenti cosmetici e la beauty routine quotidiana potrebbero trarne benefici. Sembra, infatti, che dopo l’esfoliazione meccanica le sostanze applicate vengano assorbite meglio.
Non solo, secondo alcuni esperti procedere periodicamente a un’esfoliazione meccanica dell’epidermide stimolerebbe la produzione di collagene, ovvero la proteina che forma l’impalcatura di sostegno della pelle.
I metodi di esfoliazione chimica utilizzano invece degli acidi che promuovono l’eliminazione delle cellule più vecchie e la produzione di nuove. A seconda della loro profondità di azione possono essere classificati come:

  • leggeri o superficiali, che eliminano lo strato superficiale dell’epidermide stimolando il rinnovamento cellulare
  • medi, in quanto agiscono sugli strati intermedi della pelle e possono portare ad arrossamenti e desquamazioni
  • profondi, che consistono in procedure molto aggressive spesso utilizzate in combinazione con metodi di esfoliazione meno profonda per ridurre i possibili effetti collaterali.

 

Fra i metodi di esfoliazione chimica sono inclusi i peeling all’acido salicilico, all’acido lattico, all’acido malico o all’acido glicolico (gli alfa-idrossiacidi), all’acido tricloroacetico e al fenolo, i trattamenti a base di retinolo e quelli che utilizzano enzimi.
Tutti i peeling chimici aiutano a conferire alla pelle un aspetto più tonico e una migliore consistenza; inoltre possono migliorare i problemi di acne. Tuttavia, a seconda dei casi un metodo può essere preferibile rispetto all’altro.
Se, per esempio, l’obiettivo è solo migliorare la barriera impermeabile della pelle, potrebbe essere più indicato un peeling a base di acido lattico che, oltre a un’esfoliazione delicata, promuove anche l’aumento delle ceramidi (un tipo di lipide) nell’epidermide.
Se invece si desidera contrastare un’iperattività delle ghiandole sebacee associata alla comparsa frequente di acne potrebbe essere più indicato un peeling all’acido salicilico che, penetrando in profondità nei follicoli, permette un’eliminazione più profonda delle impurità.
Oltre a questi metodi, esistono anche altri approcci alla cura della pelle con l’esfoliazione. Esistono, per esempio, prodotti per la detersione a base di alfa o beta-idrossiacidi che aiutano a rimuovere le cellule morte più superficiali e a donare alla pelle un aspetto più omogeneo, oppure apparecchi che permettono di applicare un detergente esfoliando delicatamente grazie ai movimenti circolari di una spazzola.
In generale, i trattamenti con prodotti contenenti più del 10-15% di alfa-idrossiacidi o più del 2% di beta-idrossiacidi possono essere effettuati solo da un professionista.

Perché è utile esfoliare la pelle?

Di per sé, la pelle tende a eliminare spontaneamente i suoi strati più superficiali. Il fenomeno naturale che lo rende possibile è la desquamazione ed è particolarmente efficace nelle pelli più giovani.
Purtroppo, però, con il passare degli anni il processo di desquamazione rallenta. Le conseguenze cutanee possono essere evidenti e, a secondo dell’età e del proprio tipo di pelle, possono comparire zone in cui l’epidermide appare evidentemente più secca, macchie dovute all’iperpigmentazione e vere e proprie rughe.
In queste circostanze, esfoliare la pelle con regolarità aiuta a sbarazzarsi degli strati più esterni dell’epidermide, non solo più vecchi ma anche esposti da più tempo agli agenti esterni, come i raggi del sole, che possono danneggiare la pelle del viso e del resto del corpo.
Questo semplice accorgimento potrebbe essere determinante per dare respiro a una pelle alle prese con molti problemi dermatologici comuni. In particolare, i peeling chimici più delicati, in grado di rimuovere solo lo strato di pelle più esterno, possono essere utili in caso di rughe sottili, acne e pelle secca o dall’aspetto irregolare.
I peeling chimici di intensità media rimuovono sia cellule dell’epidermide, sia la porzione più superficiale del derma sottostante. Sono utili in caso di rughe, cicatrici da acne e pelle dall’aspetto irregolare.
I peeling chimici profondi lavorano ancor più in profondità e possono essere consigliati in presenza di rughe più marcate, cicatrici o lesioni precancerose.
In ogni caso, nessun peeling chimico garantisce l’eliminazione completa di rughe o cicatrici profonde.

Esfoliazione: ha dei rischi?

Prima di sottoporsi a un trattamento esfoliante, soprattutto se particolarmente aggressivo, è importante chiedere consiglio a un dermatologo. In ogni caso, anche quando si fa ricorso a prodotti più o meno naturali da utilizzare a casa è bene valutare se sono adatti alla propria situazione.
Dopo un trattamento esfoliante, soprattutto se effettuato attraverso un metodo chimico, si avvia un processo di “guarigione” della cute che porta alla comparsa di arrossamenti nella zona trattata. Nel caso di peeling medi o profondi, il rossore può perdurare anche per qualche settimana.
Oltre agli arrossamenti, altri possibili effetti collaterali dell’esfoliazione sono:

  • comparsa di gonfiori, croste e, più raramente, cicatrici;
  • iper- o ipopigmentazione, più frequenti, rispettivamente, in caso di peeling superficiali o profondi;
  • infezioni batteriche, micotiche e virali (incluse riacutizzazioni di un herpes);

 

Inoltre, i peeling profondi a base di fenolo possono causare anche danni cardiaci, renali o epatici.

Esistono però alcuni accorgimenti che aiutano a evitare che l’esfoliazione finisca per danneggiare la pelle, rendendola più sensibile o irritandola: prima di tutto, è necessario valutare se si stanno assumendo dei farmaci o se si stanno già utilizzando altri prodotti che possono aumentare la sensibilità dell’epidermide o farla spellare. È questo, per esempio, il caso delle creme a base di retinoidi e dei prodotti contenenti retinolo o di perossido di benzoile (o benzoilperossido) che, se associati all’esfoliazione, possono peggiorare la secchezza della pelle o, addirittura, scatenare l’acne.

Altre possibili controindicazioni includono la gravidanza e l’allattamento, la tendenza a episodi frequenti o gravi di herpes labiale, condizioni come psoriasi e dermatite atopica, radioterapie o recenti interventi chirurgici al viso, difficoltà nella guarigione delle ferite associata a diabete non controllato e immunosoppressione e una storia personale o familiare di cheloidi (escrescenze di tessuto cicatriziale). Inoltre, l’esfoliazione deve essere sempre evitata in caso di ustioni solari o in presenza di ferite o tagli aperti.
La frequenza dei trattamenti, così come la scelta del metodo di esfoliazione più indicato, dipende anche dal tipo di pelle da trattare.

In caso di pelli secche, sensibili o predisposte alla comparsa dell’acne potrebbe essere sufficiente utilizzare un asciugamano o una lieve esfoliazione chimica, mentre l’esfoliazione meccanica potrebbe avere un effetto eccessivamente irritante.
Su pelli grasse e più spesse è invece possibile sia utilizzare trattamenti chimici più decisi sia optare per un’esfoliazione meccanica. Tuttavia, se l’incarnato è particolarmente scuro, se sulla pelle sono presenti macchie scure, ustioni, punture di insetti o acne, un metodo di esfoliazione forte (chimico o meccanico che sia) è sconsigliato anche alle pelli più grasse.
Infine, è bene evitare l’uso di esfolianti aggressivi sulle carnagioni scure, perché potrebbero portare alla comparsa di macchie.

In generale, per evitare danni è bene seguire la regola secondo cui tanto più un metodo di esfoliazione è aggressivo, tanto meno spesso deve essere ripetuto. Evitando trattamenti esfolianti troppo frequenti è possibile ottenere buoni risultati senza correre il rischio di ritrovarsi con una pelle arrossata e irritata.
Tutti i tipi di prodotti esfolianti devono essere applicati con un delicato massaggio circolare, senza esercitare una pressione eccessiva e dovrebbero essere rimossi dopo circa 30 secondi utilizzando acqua tiepida (non calda).
Infine, dato che l’esfoliazione può promuovere secchezza cutanea, subito dopo il trattamento è bene favorire una corretta idratazione applicando una crema idratante.

Fonti

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